Salve Elio. So che sei un palermitano a Trondheim e che lavori in una ben conosciuta catena di ristoranti, nel ruolo di Head-Chef. Ci puoi raccontare come sei arrivato fino a Trondheim?
La mia è una storia divertente. Dopo aver vissuto un anno in Australia, per lavoro, sono tornato in Italia, per la precisione in Sardegna, la regione d’origine di mia moglie. E proprio lei, a mia insaputa, ha inserito il mio CV in un portale europeo di annunci di lavoro, da cui mi è arrivata una proposta. Ripeto, tutto questo è successo a mia insaputa e io all’inizio non volevo neanche partire, per non dover lasciare nuovamente mia moglie e mia figlia. Alla fine, però, mi sono deciso a venire a Trondheim e da quel giorno sono passati sette anni. Dopo un primo periodo da solo mi ha raggiunto la mia famiglia, che qui in Norvegia si è anche allargata.
In cosa consiste il tuo lavoro come Head-Chef? Sei partito da questa posizione o hai dovuto fare la gavetta?
Inizialmente lavoravo in un altro ristorante e con una collega ci siamo trovati a lavorare molto bene insieme. Lei apprezzava le mie qualità di cuoco e io il modo in cui lei gestiva il ristorante. Quando lei è stata chiamata a dirigere Olivia mi ha scelto come Head-Chef. Il mio ruolo è un mix di lavoro da cuoco e gestione dello staff. Nel mio ruolo cerco di pormi come collega più che capo, quindi le mie giornate tipo iniziano in cucina con gli altri cuochi, in tutto una ventina. In cucina mi occupo della formazione dei cuochi, del controllo delle ricette e delle routines, nonché del rispetto delle regole igieniche imposte da Mattilsynet (Autorità Norvegese per la Sicurezza Alimentare, ndr). Solo dopo rimango in ufficio a gestire le ordinazioni, la scelta delle materie prime, la valutazione dei prezzi, i turni, insomma la parte gestionale.
Come consideri i rapporti a livello lavorativo qui in Norvegia rispetto alla tua esperienza italiana?
Questa domanda è facile: i migliori che ho trovato! Io ho lavorato in giro per l’Europa e negli Stati Uniti, ma qui ho trovato i rapporti lavorativi migliori. La vita lavorativa è quella che preferisco sia per quanto riguarda l’aspetto economico e il tenore di vita che la qualità dei rapporti lavorativi in quanto tali. Questo è un paese che da grandi opportunità se si è capaci di coglierle.
Ormai sei qui già da sette anni. Cosa ti manca dell’Italia e a cosa. invece, ti sei più abituato e preferisci qui in Norvegia?
Mi manca poco dell’Italia, a dire il vero non c’è qualcosa per cui tornerei. In Italia ho la mia famiglia, da cui torno per far visita ai nonni. Della Norvegia mi piace tutto ciò che ho menzionato prima e poi la natura, i paesaggi: anche solo vedere i paesaggi, i monti che vedo nel tragitto verso il lavoro può cambiarmi la giornata in meglio.
Se qualcuno volesse intraprendere un’esperienza lavorativa nel tuo settore qui in Norvegia, cosa consiglieresti?
Quello che consiglierei è di arrivare con un grande spirito di sacrificio. Ripeto, la Norvegia è una terra che offre tanto ma bisogna anche dare tanto e rimboccarsi le maniche. Consiglierei di arrivare con poche aspettative iniziali e armarsi di pazienza.