Oggi conosceremo Virginia. Di lei si può già leggere molto online e consiglio vivamente di cercare il suo nome. Noi oggi le faremo alcune domande sulla sua vita norvegese.
Quando sei arrivata a Trondheim? Come mai hai scelto proprio questa città?
Sono arrivata a Trondheim in agosto 2019, proprio all’inizio dell’anno accademico. Infatti, la mia scelta di trasferirmi a Trondheim è legata al percorso di studi, un master in fisiologia dell’esercizio alla NTNU.
Tu sei una ex sciatrice di fondo olimpionica della nazionale italiana. Innanzitutto, complimenti per averci rappresentato nel mondo in una disciplina sportiva così importante qui in Norvegia.
La scelta di venire a vivere a Trondheim è in qualche modo legata alla tua carriera sportiva?
In realtà le ragioni del mio trasferimento sono state altre e lo sci di fondo non è stato la ragione principale. La mia carriera agonistica, infatti, è terminata prima, precisamente a marzo del 2019. Tuttavia, l’importanza dello sci, in particolare dello sci di fondo, in Norvegia ha sicuramente influito sulla scelta. Ho immaginato, infatti, che avrei avuto più opportunità di lavorare in un luogo in cui lo sci di fondo è così popolare e praticato. Inoltre, qui ho anche la possibilità di continuare a sciare anche per puro piacere
La tua vita è stata senz’altro movimentata. Come descriveresti la tua vita prima di arrivare in Norvegia?
Io sono nata e cresciuta in Comelico Superiore. È un piccolo comune di montagna in provincia di Belluno. Insomma, la neve, il freddo e lo sci non sono niente di nuovo per me! Nonostante Comelico sia stata sempre la mia base, fin dalle scuole superiori ho viaggiato moltissimo per via dei raduni di allentamento e le competizioni. Ho vissuto con la valigia sempre pronta per tanti anni.
Ci puoi raccontare un po’ della tua carriera sportiva? Per quanti anni hai gareggiato per la nazionale italiana? Quanti titoli hai vinto?
Lo sci è stato da sempre parte della mia vita. C’è anche da dire che la scelta in quanto a sport non è vasta in Comelico! Ho iniziato con lo sci alpino a tre anni. A sei anni, quasi per caso, sono passata allo sci di fondo, in seguito ad una caduta dallo che mi ha fatta spaventare un po’. Sono tornata allo sci alpino più avanti e tuttora mi piace quanto allora. Certo, non avevo alcun sogno di gloria in quei primi anni, lo sci era solo un modo per stare all’aperto e giocare con gli amici, nonostante il nostro allenatore fosse piuttosto esigente a volte! Le cose si sono evolute piuttosto bene e nel 2006 sono stata selezionata per la nazionale junior, a cui è seguita immediatamente la nazionale B e nel 2010 la nazionale A, per la quale ho gareggiato fino al 2018. Durante la mia carriera ho vinto 5 titoli italiani e ottenuto diversi podi, una medaglia di bronzo alle Universiadi, ho partecipato a 4 edizioni dei Campionati del Mondo di sci di fondo e una edizione dei Giochi Olimpici (Sochi 2014). Le mie migliori prestazioni in Coppa del Mondo sono state un podio in staffetta e qualche top ten. Ma i ricordi più belli della mia carriera non sono legati ai risultati, bensì ai luoghi che ho avuto l’opportunità di visitare e ancor di più le persone che ho avuto occasione di conoscere e con le quali sono ancora in contatto!
Sei diventata conosciuta nell’ambiente dello sci anche qui in Norvegia? Hai dei colleghi norvegesi con cui ancora hai contatti?
Non direi che io sia “conosciuta” nell’ambiente dello sci di fondo in Norvegia, anche perché, ad eccezione dello sci club con il quale collaboro come istruttrice, non ho frequentato molto quell’ambiente negli ultimi due anni. Ma ho ancora diversi contatti con ex colleghi e altre persone che gravitano nel mondo dello sci di fondo, come allenatori/allenatrici, staff e giornalisti. Inoltre, sono tuttora rappresentante degli atleti di sci di fondo presso la Federazione Internazionale di Sci (FIS), quindi il dialogo con gli atleti, norvegesi inclusi, è sempre aperto.
E ora sei a Trondheim. Ci hai detto che sei arrivata per via degli studi. Di cosa ti occupi adesso?
La mia maggiore occupazione è stata, finora, lo studio, ma ho anche lavorato part-time come istruttrice di sci e in un ristorante per pagarmi gli studi. A giugno ho terminato il master e ho sperato di trovare un modo di continuare con la carriera accademica e possibilmente rimanere a Trondheim. Quella possibilità per fortuna è arrivata e per ora starò qui in qualità di research assistant all’università.
Dicevi che la vita norvegese tra la neve e il freddo non sono nulla di nuovo per te. Quali sono gli aspetti dello stile di vita e della cultura norvegesi che, invece, hai trovato diversi da ciò a cui eri abituata?
Credo sia un po’ difficile per me rispondere a questa domanda: al mio arrivo in Norvegia ho vissuto in un ambiente internazionale di studenti e dopo appena un semestre, il Covid ha investito le nostre vite. Nonostante le misure siano state molto meno restrittive qui che altrove, mi rendo conto di non essere riuscita a vivere completamente la vita e la cultura norvegesi.
Ad ogni modo, la lista delle differenze sarebbe molto lunga e ne posso citare alcune: lo stile di vita generalmente più attivo e a contatto con la natura è piuttosto diverso dalle abitudini dell’italiano medio, ma si adatta piuttosto bene alle mie personali. Poi trovo sia più difficile avere contatti e creare relazioni con le persone, ma questo potrebbe anche essere l’effetto del Covid. E poi ci sono tutti gli aspetti legati al lavoro, alla remunerazione e, nel mio caso in particolare, al valore diverso che sport e attività fisica hanno a livello sociale rispetto all’Italia.
Se dovessi consigliare a qualcuno che vuole venire in Norvegia per vivere come muoversi, quali consigli daresti?
Impara il norvegese. Ed inizia già prima di venire in Norvegia. Nonostante i norvegesi sappiano parlare bene l’inglese e molte persone straniere lavorino in un contesto internazionale, saper parlare il norvegese tende ad aprire più possibilità ed a rendere più facile stringere amicizie.
Iscriviti a qualche forening (associazione, ndr) che rispecchi le tue passioni o fai del volontariato: al di là dell’ambiente di lavoro o studio, trovo sia il modo più semplice per entrare in contatto con le persone e la cultura norvegese.
Vivi più che puoi la natura: camping, sci, camminate, topptur, kayak, o anche semplicemente un’amaca in riva al lago. È la più bella attrazione della Norvegia a mio parere e la possibilità di viverla così liberamente, come, ad esempio, il fatto che si possa campeggiare dovunque.
La rubrica “storie italiane” tornerà con nuove storie dei nostri connazionali a Trondheim dopo le vacanze estive.
Buona estate!