Oggi parleremo con Calogero, che ha gentilmente accettato di farsi intervistare da ITAT. Raccontaci un po’ la tua storia e le tue origini.
Sono nato a Roma 59 anni fa, ma all’età di un anno mi sono trasferito a Catania.
I miei genitori si pentirono subito dopo l’iscrizione all’anagrafe del nome Calogero e infatti da 59 anni il nome con cui vengo chiamato è Maurizio.
Mio padre, siciliano, venne assunto in un ente pubblico e dopo una permanenza a Roma di 10 anni, dove aveva un’attività commerciale con i fratelli di mia madre, preferì tornare in Sicilia.
Ho vissuto e studiato a Catania fino all’età di 19 anni.
Dopo essere andati in pensione, i miei genitori preferirono tornare a Roma. Le mie sorelle già vivevano lì, avevano anticipato il trasferimento per continuare gli studi.
A Roma decisi di non proseguire gli studi universitari ed entrai subito nel mondo del lavoro. Ho lavorato “soltanto” 32 anni nel campo del trasporto pubblico. Assunto come conducente di linea, dopo pochi anni mi sono occupato della gestione del trasporto sul territorio della Sala Operativa della società di trasporto pubblico romana.
Poi, a causa di una patologia cronica, ho scelto di anticipare la pensione di alcuni anni. A 55 anni ero già un pensionato INPS.
Hai perciò passato la maggior parte della tua vita in Italia. Come e quando sei arrivato qua a Trondheim?
La passione dei viaggi, che condivido con la mia famiglia, mi ha portato a conoscere molti paesi esteri. Il fascino dei paesi nordici ha fatto si che maturasse in me la voglia di viverci. Diversi viaggi in lungo e in largo per la Norvegia mi hanno convinto a scegliere questo paese rispetto al resto della Scandinavia.
Dopo essere andato in pensione anticipato, ho atteso che mia figlia ultimasse gli studi e conseguisse la maturità. Il trasferimento ufficiale è avvenuto a giugno 2019.
E’ stata di certo una decisione coraggiosa quella di avventurarsi in Norvegia dopo una vita in Italia. È stato facile?
Non tutto è stato facile. Mentre mia figlia terminava gli studi superiori, ho fatto alcuni viaggi di perlustrazione nel territorio scandinavo, questa volta non in veste di turista.
Un giorno ho prenotato un incontro con l’Ambasciata Italiana a Oslo per consultarmi con loro a proposito dell’idea di trasferirmi. Il risultato dell’incontro è stato a dir poco disastroso. Un funzionario mi sconsiglia vivamente il trasferimento in Norvegia, se non per motivi di lavoro. A detta dello stesso funzionario, un pensionato italiano con un cedolino INPS non “congruo” non ha alcuna possibilità di stabilirsi in questo paese.
Quando esco dall’Ambasciata la tensione è alta. Quel giorno con me c’era anche la mia famiglia. A pochi passi dalla sede diplomatica mia figlia scoppia in lacrime. Il sogno di continuare gli studi universitari in Norvegia viene infranto in quei venti minuti di colloquio in Ambasciata. Ci viene anche detto che senza una buona conoscenza dell’inglese, anche in possesso di una buona certificazione, rimani fuori dal giro universitario.
Torno in Italia con un magone che non mi abbandona un solo momento. Avevo ancora poco tempo a disposizione per prendere una decisione.
Come avete superato questo ostacolo?
Semplicemente decidiamo di partire lo stesso e di “cambiare aria”. Bocciamo all’unanimità, ma allo stesso tempo a malincuore, la scelta di Oslo, poiché il costo della vita è più alto rispetto al resto del paese e ci ricordiamo di Trondheim, che visitammo in passato durante uno dei numerosi viaggi in Norvegia.
In rete cercammo qualcosa o qualcuno che ci stimolasse a non rinunciare al progetto. Così ho contattato ITAT. La risposta arrivò in brevissimo tempo. Mi inviarono dei link con delle informazioni utilissime su come muoversi durante il primo approccio in città. Il mio sesto senso mi dice che il senso di appartenenza e la solidarietà tra italiani all’estero possano giocare a mio favore.
Quindi il suo primo contatto a Trondheim è stato ITAT?
Sì. Ma non solo. La mia passione per la vespa mi porta alla ricerca di un club di appassionati delle due ruote in Norvegia. Mi sono detto “ti pare che con centinaia di Vespa club in giro per il mondo, non ce ne sia uno anche a Trondheim?”. E infatti era così. Ho trovato il club “Trondheim og Omegn Scooter Klubb”. Contattai il presidente che, caso vuole, arriva a Roma a maggio del 2019. Lo incontrai e lo accompagnai insieme ai suoi compagni di viaggio in un tour di Roma alternativo, un giro che viene spesso trascurato dalle guide turistiche.
Una volta tornato a Trondheim, Anders, il presidente del club, mi mette in contatto con qualcuno che possa aiutarmi alla ricerca di un appartamento in affitto. Apparentemente la prima sfida è superata.
Da qui come avete proseguito?
Si aggiungono piccoli traguardi: il permesso di soggiorno permanente concesso dall’UDI, il codice fiscale dello Skattetaten, l’apertura del conto in banca, l’assegnazione di un medico di base.
C’è stato qualche ostacolo in più per mia figlia maggiorenne che, al suo arrivo senza avere ancora lo status di studente, non aveva i requisiti per un permesso di soggiorno permanente. Così le ho fatto da garante con un piccolo deposito bancario. Dopo circa un anno io e la mia famiglia siamo tutti “abili e arruolati” sul territorio norvegese.
Ci mettiamo subito in moto per l’apprendimento della lingua. Io e mia moglie e mia figlia frequentiamo il primo corso di lingua norvegese, mio figlio diciassettenne frequenta le scuole superiori.
Avete anche deciso di lavorare?
Fortunatamente mia moglie, nonostante la pandemia, trova un lavoro part-time in una società di servizi. Questo, sotto certi aspetti, mi tranquillizza. Entrare nel tessuto sociale norvegese servirà da trampolino per i miei figli.
Date tutte le difficoltà affrontate, rifarebbe la stessa scelta? O la consiglierebbe?
Se dovessi ricominciare da zero rifarei la stessa scelta soltanto con alcuni decenni in meno. Non saprei cosa consigliare a chi ha in mente, da pensionato, di scegliere la Norvegia anziché un lido sicuro finanziariamente come il Portogallo o Cipro. La mia è stata una scelta controcorrente e, allo stesso tempo, a detta degli amici italiani, azzardata. L’amore per questo paese, che conosco in lungo e in largo da alcuni decenni, rende meno ripida la strada che abbiamo ancora da percorrere.
Io intanto mi godo i miei raggiungimenti, insieme a chi mi è stato vicino. Con ITAT abbiamo in programma una mostra a Trondheim, in occasione del 75esimo anniversario della Vespa.. speriamo bene!
A proposito di questo, vorrei ringraziare a ITAT e chi si è adoperato per la nascita dell’associazione. In particolare Giuseppe Marinelli, con il quale siamo diventati buoni amici.
Oggi io e la mia famiglia ci sentiamo meno soli grazie al rapporto di amicizia che si è instaurato con molti italiani di ITAT, grazie anche alle iniziative e i progetti in corso e futuri dell’associazione che mi coinvolgono e mi appassionano.